Connection Information

To perform the requested action, WordPress needs to access your web server. Please enter your FTP credentials to proceed. If you do not remember your credentials, you should contact your web host.

Connection Type

Blu

Maria Concetta detta Conci è una ragazza di diciannove anni che vive in un paesino della Sicilia. Vive facendo la parrucchiera nel negozio della madre depressa e accompagnando a passeggio la cugina Dolores, “minorata psichica” (cosi’ ha scritto sul certificato l’assistente sociale). Conci ascolta i Tokyo Hotel e tiene nel cassetto la foto di un tuareg, un uomo blu, che un amico ha strappato per lei da un libro della biblioteca a scuola (l’ha lasciata senza diplomarsi) e sogna di un mondo dove le donne possano decidere per la loro vita. Finchè un giorno, dopo una notte brava in discoteca e una sbronza, Conci si ritrova incinta e ingabbiata in un fidanzamento combinato e deve scegliere, per la prima volta, che cosa vuol fare “da grande”. Il testo parla della crescita, del coraggio di fare scelte dolorose e impopolari per rispettare sè stessi, del bisogno di rompere muri di silenzio. Della speranza di un cambiamento, anche quando tutto sembra restare immobile e incompiuto, come una casa eternamente in costruzione.
E’ stato messo in scena da Giampiero Judica al Teatro Cometa Off di Roma , nella Rassegna Pre-visioni del Teatro della Tosse di Genova nel 2012, al Teatro due di Parma. E’ interpretato da Linda Caridi.
In due righe:
Mia madre prese lo scatolone e fece per portarlo in strada, per buttarlo nel cassonetto. Fu a quel punto che io iniziai a urlare.
Urlai tutte le risposte che non avevo mai detto in vita mia. Urlai tutto il silenzio che avevo dentro. Urlai per me, per Dolores e per il bambino che era stato risucchiato dall’aspirapolvere. Urlai per non essere stata rispustiera quando Salvatore aveva detto voltati, per i fiori di plastica, per il fioraio e Enzo Vitaliano, per Dolores seduta in macchina, per non averle chiesto chi la voleva infilare nella spazzatura. Urlai per aver lasciato la scuola, per non aver fatto il salto e essere rimasta una casa lasciata a metà.
Quando finii mia madre mi tirò uno schiaffo.

Vuoi vedere il promo di “Blu”?

Recent Posts

Leave a Comment

Contatti

Start typing and press Enter to search