Io e George Tabori

Il mio “incontro” con George Tabori risale al 2001. Ero nel pieno della mia ricerca identitaria ebraica e ricordo di essermi imbattuta su internet in un libro dal titolo inquietante, “The Theatre of the Holocaust”, una raccolta di testi di vari autori curata da uno studioso, Robert Skloot, che in seguito sarebbe diventato mio grande amico. Non sapevo che esistesse un “teatro dell’olocausto”, così ho ordinato subito il volume su Amazon, e dopo pochi giorni ho scoperto “I cannibali”, il primo testo scritto nel 68 da un autore ungherese, un certo George Tabori, che si era trasferito in America dopo la guerra e che lì aveva iniziato la sua vita professionale di scrittore collaborando per Hitchcock e per Brecht.

Sempre grazie alle mie incessanti ricerche mediatiche, ho saputo che “quel” George Tabori era uno dei più grandi scrittori contemporanei, che in Germania era considerato un mito vivente, e che “I Cannibali” era un capolavoro, rappresentato in tutto il mondo. Già dalle prime pagine ho avuto la sensazione di essere davanti ad un modo totalmente nuovo di affrontare la shoah e la memoria, rispetto ai testi teatrali finora letti. Non so se era “teatro dell’olocausto”, sicuramente era teatro. Il rapporto tra l’autore e la materia che trattava era personale, impietosamente doloroso, senza alcun compiacimento retorico, irriverente e profondamente etico, in una parola, era vero, e finalmente avevo qualcuno con cui condividere le mie angosce e le mie domande.

Così è nato un viaggio “iniziatico” nel mondo di Tabori che mi ha portato a mettere in scena “I Cannibali”, a pubblicarlo per Einaudi – che mi avrebbe chiesto di tradurre anche “Mein Kampf”, pubblicato un anno dopo, nel 2004 – ma soprattutto a conoscere l’autore quasi novantenne in un ristorante greco a Berlino…

Mi capita spesso di parlare di Tabori, del lavoro che ho fatto sui Cannibali o di teatro e Shoah in ambito universitario, in scuole o in occasione del Giorno della Memoria.

I Cannibali

Ne “I cannibali” un gruppo di discendenti di “padri” uccisi ad Auschwitz , con l’’aiuto di due anziani sopravvissuti, tenta di ricostruire l’’ultima notte di vita  dei genitori che, [...]

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